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Komodo tra due oceani: condizioni marine e immersioni

Tre le isole principali – Komodo, Rinca e Padar – che con altre 603 formano nella regione di Wallace (Indonesia) il Parco Naturale di Komodo. Venticinque chilometri quadrati di terra emersa in un ‘area di 479 chilometri quadrati di mare.
Dichiarato Parco Nazionale1980, sei anni dopo veniva consacrato “World Heritage Site and a Man and Biosphere Reserve dall’UNESCO” con il proposito di  proteggere il famoso varano komodiensis il più grande rettile ancora esistente, endemico di questa zona e in via di estinzione. L’ecosistema isolano è molto particolare poiché si trova tra la zona australe e quella asiatica e comprende  territori che vanno dalle savane alle foreste tropicali, con un’abbondanza di flora  molto particolare ed una fauna insolita. La limitata fauna terrestre è compensata da quella marina, che risiede nel 67% dell’area totale del parco, fino ad una profondità di 200 metri; moltissime le specie animali che prolificano grazie al ricchissimo ambiente coralligeno che si è sviluppato in queste acque percorse da  correnti ricche di nutrienti. Facili quindi gli incontri con grandi banchi di pesce, pelagici come squali, mante o il raro pesce luna; ma non manca una infinità di pesce di barriera e di invertebrati che colorano il paesaggio. I reef sono coperti di coralli molli e di forme dure incrostanti,  gorgonie, coralli neri e grandi spugne.

Dove immergersi a Komodo


Le correnti a Komodo sono di solito molto sensibili in ogni sito di immersione dovute alla presenza della strettoia tra questa isola e Rinca passaggio obbligato delle acque dell’oceano Indiano e il Pacifico. Ma è proprio questa corrente che rende le acque circostanti così ricche di vita sottomarina punto di incontro dei grandi pelagici. Geologicamente Komodo e Rinca sono parte di Flores, separato dal Sumbawa a ovest dallo Stretto di Sape. Nel mezzo dello stretto, il fondo scende a quasi 300 metri. Le molte isole e le acque poco profonde tra Flores e Komodo generano correnti molto veloci durante le variazioni di marea, soprattutto quando le acque più alte dell’Oceano Pacifico scorrono verso l’Oceano Indiano a sud. Le correnti ascensionali dalle profondità portano nutrienti e sono molte le specie che si precipitano per cibarsene. Queste piccole isole di terra bruciata sono orlate di spiagge di sabbia immerse in un mare trasparente e particolarmente ricco e vivace. A differenze di altre parti dell’Indonesia i fondali qui hanno sofferto meno del primitiva sistema di pesca con la dinamite e da tempo sono protette. La varietà di vita marina del Parco di Komodo è simile se non superiore ad altre mete di maggior fama, ricordando che quest’area è l’epicentro della biodiversità marina, luogo prediletto per la macrofotografia e per coloro che amano osservare le infinite varietà e i colori di un variegato mare tropicale. Elencare tutte le “specialità” faunistiche che si trovano in questi fondali sarebbe davvero troppo lungo. Possiamo solo dire che è come sfogliare un libro di mare proprio davanti al vetro della maschera. Le immersioni nella riserva marina di Komodo sono possibili tutto l’anno. Ma le migliori condizioni sono da marzo a ottobre e la stagione per le mante  va da settembre a dicembre. La visibilità raggiunge il suo massimo da novembre a gennaio Il clima è tipicamente tropicale, con poche piogge solo nel periodo in cui le isole vengono investite dal monsone. Generalmente l’escursione termica va dai 17° ai 34° con una bassa percentuale di umidità.

Offre al subacqueo quasi ogni tipo di immersione tropicale immaginabile con coloratissime barriere poco profonde con centinaia di pesci di barriera colorati e ricchi di invertebrati. La varietà di vita marina che si può osservare a Komodo rivaleggia con le migliori destinazioni al mondo.

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