Tanzania
Mafia Island, 40 minuti di volo da Dar es Salaam, capitale della Tanzania, circondata da una serie di atolli e isolotti, 25 chilometri dalla costa e dal delta del Rufiji, lunga di una settantina di chilometri, due strade, alcuni villaggi. A Kilindoni, il capoluogo, l’aeroporto, poco più che una pista sterrata, gli uffici governativi, banca, posta ed un colorato mercato locale.
La zona turistica è Utende, villaggio nella baia di Chole, 12 chilometri a sud est. È qui che si trovano i quattro resort dell’isola, mentre un quinto resort, per chi vuole fare davvero l’esploratore – i bungalow sono sui rami degli alberi – risiede a Chole, l’isoletta di fronte che dà il nome alla baia.
Ma’afir, la sua gente, il suo oceano sembrano essersi fermati nel tempo, ad eccezione di qualche modesto cambiamento, neppure troppo invadente. Si ripropone con i grandi pesci, i colori, la gente, i dhow con le vele triangolari che fendono l’acqua scura dell’Indiano.
Non aspettatevi le acque maldiviane, l’oceano qui è molto più aggressivo con maree di notevole elevazione che intorpidiscono la trasparenza dell’acqua e sopraffanno le spiagge con ritmo costante. Poco importa, basta allontanarsi da riva per avere fondali dalle ricche acque blu scuro dove risiedono i grandi pesci, miriadi di altri piccoli abitanti e tutto quello che di solito si trova nei mari tropicali. Senza eccezione di sorta.
Un’alternativa tutta da scoprire che può far parte anche di un unico viaggio è Kilwa Masoko, 130 chilometri a sud di Dar es Salaam, poco lontano dal Monzambico. Località fino ad ora poco conosciuta se non per le sue rovine arabe di antica data protette dall’Unesco. Per i viaggiatori del mare questa è una località equatoriale assolutamente nuova con un oceano tutto da essere scoperto. Basti pensare che il centro subacqueo locale ha a disposizione un tratto di costa bagnata dall’Oceano Indiano di circa 600 chilometri dove non vi è la presenza di alcuna altra struttura in grado di offrire la possibilità di immergersi.
Per i subacquei è uno specchio di oceano da scoprire. La barriera corallina che si erge in prossimità della costa è praticamente vergine, battuta raramente dai pescatori locali che non vi si avventurano mai. L’oceano da queste parti è molto più famoso per la pesca con la canna tanto da averne fatto una detenzione di livello mondiale. L’unico diving center, il MadAssDivers – il nome la dice lunga – ha già individuato diversi punti per le immersioni su pianori e cadute di vario genere, ma è pur sempre possibile ad ogni uscita scoprire qualcosa di nuovo e diverso.
Kilwa può essere la porta di ingresso per il Selous Game Riserve, una delle più estese riverse del Pianeta con una superficie simile alla Svizzera, priva di abitanti umani. Particolarmente interessante perché si possono osservare i BIG 3, i tre più grandi animali africani e per la presenza di un numero altissimo di elefanti. Attraversata da ben tre fiumi, il Rufiji River, il Ruaha ed il Beho Beho nel periodo secco – giugno ottobre – richiamano un gran numero di animali ad abbeverarsi rendendo facile l’osservazione. Da febbraio a maggio, stagione delle piogge, foreste e savane si arricchiscono di colori e attirano un incredibile numero di uccelli acquatici.