Crociere itineranti
Biologi e scienziati di tutto il mondo non hanno potuto fare a meno di denominare l’area nota come il Triangolo del Corallo – dalle Filippine alle Salomone – l’Amazzonia sottomarina. Sinonimo di ricchezza vegetale e faunistica, di una giungla sommersa costituita da grandi ed estese masse di popolazioni coralligene dove confluiscono abitanti di oceani e mari diversi che si mischiano e contribuiscono a formare altre, spesso sconosciute, specie. Un incredibile crogiolo di razze marine dove anche i più abili biologi marini si perdono. E continuano a catalogare inventando strani nomi latini per dare una consistenza alla scoperta.
L’Indonesia, con le sue 17.508 isole – il più grande Stato arcipelago del Pianeta con 238 milioni di abitanti, quarto Paese più popoloso – è la parte centrale di questo frastagliato Triangolo. Molte delle sue terre, meglio dire isole, si stanno aprendo adesso ai visitatori che le invadono per scoprire le sue incredibili bellezze. Come sempre i più rapidi sono i viaggiatori di mare, i curiosi subacquei sempre alla ricerca di soggetti nuovi, emozioni diverse, sempre disposti a raggiungere mete non facili da essere raggiunte.
Tra una scoperta e l’altra spesso passa poco tempo, le notizie rimbalzano in rete, finiscono sulla carta stampa, escursioni all’inizio approssimative finiscono per essere rapidamente destinazioni di tutto rispetto che completano la Hit Parade dei migliori siti d’immersione.
C’è da dire che i vari Governatori di questo immenso Paese hanno compreso rapidamente che le nuove, e le vecchie, aree marine devono essere mantenute così come sono state scoperte. E per questo, a discapito degli abitanti locali, tratteggiano ampie zone di mare rendendole immediatamente area riservata a parco marino. Probabilmente l’Indonesia ne possiede più di altri ma è l’unico modo per mantenere intatta una parte importante di quest’Amazzonia sottomarina.
Un primo esempio è il Parco nazionale di Bunaken, Nord Sulawesi, composto da diverse isole, che negli anni ’90 stentava a sopravvivere. Una gestione più accurata e un modesto “biglietto” di ingresso ha permesso a questi fondali di rivivere. Oggi, Bunaken è noto per le sue barriere coralline vivaci e pareti a strapiombo sottomarine. Tutta quest’area offre destinazioni subacquee eccellenti come Manado, Gangga, un po’ più a nord con le altre isole di Banka, Talisei, Tindila e Lihaga, anch’esse con fondali molto ricchi. Più a sud lo Stretto di Lembeh, capitale non ufficiale del muck diving, 12 chilometri di fondali con le più stravaganti creature che si possano immaginare. All’interno delle Sulawesi, nel Golfo di Tomini, l’eccellente e oramai famosa Walea, per tanti versi unica.
Il Parco Nazionale Wakatobi – il terzo più grande parco marino in Indonesia – si trova a sud-est di Sulawesi tra il Mar di Banda e il Mar Flores. Isole e fondali semisommersi formano la più estesa barriera corallina dell’Indonesia seconda solo alla Grande Barriera Corallina in Australia. L’arcipelago comprende 143 isole grandi e piccole, solo 7 sono abitate.
Appena sopra l’Equatore, a ovest delle Sulawesi, il Borneo indonesiano, con la regione del Kalimatan in cui si trova l’arcipelago del Derawan con le isole di Maratua, Kakaban, Sangalaki e la celeberrima Sipadan, sono un carosello di impressionanti panorami subacquei.
Scendendo a sud, la mitica Bali, con fondali sconosciuti, e Lombok con le sue tre curiose isolette di Gili. Un passo più in là, Komodo, nelle Flores, il regno delle mante, strane terre con deserti e foreste, Parco nazionale dal lontano 1980. Le Molucche, a est delle Sulawesi, sono un variegato mondo insulare composto da alte montagne, vulcani attivi, idilliaci atolli corallini, spiagge bianchissime, barriere coralline che solo di recente si sono aperte al turismo. L’ultima provincia e ultima scoperta subacquea l’Irian Jaya, meglio nota come Raja Ampat, dove la natura sommersa ha dimostrato agli increduli subacquei come potesse essere in origine. Una sorpresa che non finisce di sorprendere.